Oggi è il 25 novembre,
data che coincide con la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Questa data fu scelta dall’ONU nel 1999 in
ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate
esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare
il regime di Rafael Leónidas Trujillo. Rachele Minunno e Federico Tarantino,
soci dell’associazione Unitrapani, hanno voluto scrivere insieme qualcosa in
merito a questa ricorrenza. Nella vita il confronto è molto importante e vedere
più punti di vista aiuta a crescere.
Rachele:
Sono oltre 3000 le donne uccise negli ultimi vent’anni per
femminicidio, in media una DONNA uccisa ogni tre giorni. 84 innocenti vite
sottratte solo negli ultimi nove mesi.
Mio padre mi dice sempre «Pensa
a te stessa, realizzati e non ti sposare: gli uomini ormai sanno solo fare del
male». Sarà vero, mi chiedo io?!? In effetti al tg ormai non si parla
d’altro, lo chiamano AMORE MALATO. Definirlo così però è troppo facile,
scontato, sembra quasi qualcosa di astratto.
Io ho vent’anni, sono molto realista e preferisco definirla
piaga sociale, PAZZIA dell’uomo ed errore della società insegnante della
differenza di genere, portatrice di credenze e stereotipi, che trasmette
messaggi sessisti in qualsiasi campo ed a tutte le età.
È la stessa società a ricordarci ogni anno, ogni 25 novembre
quante donne combattono, quante donne hanno già perso. Non è sbagliato
informare, ricordare. È sbagliato fermarsi all’essere moralisti per un giorno
ed indifferenti tutto l’anno. Educare, denunciare, tutelare, provvedere e
soprattutto collaborare. Come farlo capire al mondo? Non lo so ma diamoci una
mossa, il contatore delle vittime continua a crescere.
Federico:
Ore 8 e 30 circa, mi sveglio, apro i social e leggo un tweet
del giornalista Paolo Condò: «Le donne
che mi hanno detto di no hanno visto soltanto sopracciglia abbassate, mai mani
alzate. Sono un uomo, io».
Sono un ragazzo e si può pensare che il 25 novembre sia una
giornata esclusivamente riservata alle donne. Non sono per niente d’accordo in
merito, anche noi dobbiamo dare una mano. È una questione di rispetto: rispetto
che non deve mai mancare. I metodi sono molti, ma l’importante è parlarne. I
canali di comunicazione si sviluppano di giorno in giorno e possono essere
d’aiuto.
Giornate come quelle di oggi penso che siano molto
importanti. Quest’oggi le manifestazioni contro la violenza sulle donne sono
numerose, ma la domanda che mi faccio è la seguente: perché aspettare solamente
il 25 novembre per combattere la violenza sulle donne?
Rachele Minunno e Federico
Tarantino.